Cos’è la morte in utero e quando si verifica
Il tema della morte durante una gravidanza è un tema davvero poco conosciuto. Spesso nessuno ne parla e attorno alla tematica cala un silenzio assordante.
In realtà, è un evento molto frequente e, come ci ricorda la dottoressa Claudia Ravaldi (leggi qui), in Italia colpisce 1 donna su 6.
Sentiamo parlare poco di morte in utero perché il fatto che un bambino possa morire nella pancia della mamma – per antonomasia il luogo più sicuro e protetto – e per di più a gravidanza inoltrata, è impensabile.
Con il termine morte in utero s’intende la morte del bambino dopo la ventesima settimana di gestazione. Talvolta le cause della morte restano sconosciute anche a seguito di riscontri diagnostici, magari per colpa di esami autoptici non sempre effettuati a dovere.
Cosa fare quando si verifica
La diagnosi di morte in utero spesso si verifica durante un normale controllo di routine o addirittura durante un monitoraggio in vista del parto. L’assistenza deve essere fornita immediatamente e non esclusivamente alla donna, ma alla coppia.
Fornire assistenza alla coppia significa accompagnare i genitori (perché di genitori si tratta!) in un percorso doloroso che, se ben gestito, getta le basi per un’elaborazione fisiologica e non complicata del lutto.
Dopo la diagnosi, è importante parlare con i genitori e spiegare loro quale sia il percorso migliore da intraprendere.
Infatti, una buona assistenza sanitaria dovrebbe:
- Guidare la coppia nella scelta del parto: è sempre preferibile il parto naturale se non ci sono condizioni che lo impediscono;
- Dare alla coppia una stanza singola: è fondamentale che il papà sia sempre con la mamma, sia per supportare la compagna, sia perché il lutto perinatale riguarda la coppia. Per questo è importante che la coppia abbia una stanza singola;
- Spiegare alla coppia l’importanza di passare del tempo con il bambino dopo il parto: solitamente il lutto si elabora e si trasforma grazie ai ricordi. Nel caso specifico del lutto perinatale è tutto più complicato perché i ricordi tangibili sono relativamente pochi. Per questo è fondamentale raccogliere ricordi dopo il parto: fare una foto al bimbo, fare lo stampo della manina e del piedino sono azioni per far sì che il lutto non diventi complicato;
- Fornire informazioni su come gestire la montata lattea: il corpo della donna produce latte già durante la gravidanza e con il parto arriva la montata lattea, che magari diventa immediatamente un tabù. Infatti, spesso viene gestita con inibitori farmacologici. In realtà ci sono altre due alternative: l’inibizione naturale e la donazione alla banca del latte. Inibire naturalmente significa attendere che il latte vada via da solo avendo cura di seguire alcune raccomandazioni che il personale ospedaliero fornirà alla mamma. La donazione alla banca del latte consiste nel raccogliere il latte materno e donarlo alla banca del latte che potrà utilizzarlo per allattare i bambini ricoverati in terapia intensiva neonatale.
- Informare la coppia riguardo l’importanza di richiedere la cartella clinica per visionare l’esame autoptico: l’esame autoptico per fini diagnostici è molto importante affinché si possano scoprire le cause che hanno portato alla morte il bimbo in pancia.
- Informare la coppia sulla possibilità di fare un funerale e dare sepoltura al bambino: per l’elaborazione del lutto è fondamentale dare un luogo al bimbo. Informare adeguatamente sulla possibilità di dare sepoltura nel cimitero indicato dai genitori è davvero importante.
- Dare i contatti di specialisti in lutto perinatale: alle dimissione dall’ospedale, il personale sanitario potrebbe consigliare di visitare il sito dell’associazione CiaoLapo Onlus che si occupa di lutto perinatale.
- Chiamare il bambino per nome: per dare concretezza a quella vita, a quel bambino, chiamarlo per nome è molto importante.
Si può prevenire la morte in utero?
Gli studi internazionali ci informano sul fatto che alcune morti in utero sarebbero evitabili facendo attenzione a due fattori in particolare.
I movimenti fetali
Le linee guida della Perinatal Society of Australia and New Zealand e del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, indicano che i movimenti fetali sono sintomo di benessere del bambino. È fondamentale conoscere i movimenti del proprio bambino affinché, se si dovessero verificare dei cambiamenti, la mamma possa recarsi immediatamente al pronto soccorso e capire cosa sta succedendo senza aspettare il giorno dopo.
È falso che i bambini a termine della gravidanza abbiano meno spazio per muoversi, ed è assolutamente falso che i loro movimenti sono più deboli. I movimenti fetali non cambiano durante la gravidanza: se un bambino si muove molto, continuerà a farlo fino alla nascita. Se un bambino si muove di più in un determinato momento della giornata, continuerà a farlo fino alla nascita.
La campagna effettuata dall’associazione Tommy’s con la pubblicazione di un video è chiara: se noti dei cambiamenti nei movimenti del tuo bambino, non perdere tempo, recati in ospedale per un controllo.
La posizione di addormentamento della donna in gravidanza
Dormire sul fianco sinistro in gravidanza è vitale. Infatti, in questa posizione la vena cava (cioè la vena che porta ossigeno al feto) non viene ostruita. Sempre l’associazione Tommy’s con la campagna “sleep on side” ha evidenziato quanto si è importante l’addormentamento sul fianco sinistro sia importante.
Per concludere una precisazione terminologica: i bambini morti in utero vengono comunemente chiamati “mai nati” da un linguaggio privo di empatia. Non è vero che un bambino morto in utero non è mai nato. I bambini morti in utero nascono eccome, con un parto naturale o con un parto cesareo. Esistono, sono reali. Sarebbe necessario iniziare anche ad eliminare questi termini dal nostro linguaggio.
Se sei un genitore e stai vivendo o hai vissuto il dramma del lutto perinatale, sul sito di CiaoLapo onlus trovi adeguato sostegno. Se sei un familiare, un amico di una coppia in lutto ricordati di fornire le corrette informazioni. Se sei un operatore sanitario, CiaoLapo Onlus offre formazione gratuita sull’importanza della gestione del lutto.