Come stimolare il linguaggio dei bambini fin dalla nascita

La pronuncia delle paroline è l'ultima tappa di un percorso che passa attraverso i prerequisiti del linguaggio: è importante che i genitori sappiano come parlare ai propri bambini.
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Nell’immaginario comune si pensa che ad un certo punto della sua vita, un bambino inizi a parlare e, se non lo fa, significa che è pigro e che c’è solo da aspettare perché in fondo tutti abbiamo parlato: chi prima chi dopo ma tutti parliamo.

Questo è l’errore più comune che sento ripetere nonostante la scienza ci indichi altro.

L’importanza dei prerequisiti del linguaggio

Si pensa anche che il linguaggio sia sinonimo di parola. Il linguaggio è un percorso fatto di tanti importanti tasselli come per esempio suoni, gesti, movimenti.

La parola è l’ultima tappa dello sviluppo del linguaggio: così come il bambino impara a camminare stando a pancia in giù fin dai primi momenti di vita, impara a parlare solo se avrà fatto sufficientemente esperienza dei prerequisiti di cui ti sto per parlare.

Per prerequisiti del linguaggio si intendono tutte quelle abilità preliminari necessarie alla comparsa delle parole.

Nel linguaggio i prerequisiti sono:

  • aggancio visivo
  • lallazione
  • gestualità 
  • intenzionalità comunicativa e comprensione
  • imitazione

è molto importante verificare che nel bambino siano presenti i prerequisiti del linguaggio perché sono questi che lo sosterranno quando inizierà a parlare e se non sono presenti, possono rappresentare un campanello d’allarme da attenzionare: un bambino che a 2 anni ripete a pappagallo parole senza però agganciarle ad un significato, non è un bambino che parla; Parlare significa comunicare e per comunicare è necessario attivare delle connessioni. 

Per far sì che la parole non siano una semplice ripetizione è importante che il bambino interagisca con l’altro e con l’ambiente. E l’interazione avviene con le parole se, per esempio, quel bambino a 3 mesi utilizzava il sorriso per rispondere alle sue figure di riferimento, se ha sperimentato il pointing, se comprende semplici comandi.

A ogni tappa il suo linguaggio

Di seguito una breve tabella con le tappe dello sviluppo del linguaggio. Ogni indicazione è indicativa perché come sappiamo ogni bambino è a sé. è bene però sapere che in determinati momenti dovrebbero esserci determinate azioni. Se queste azioni sono assenti è bene richiedere un consulto: prima si interviene e prima possiamo sostenere lo sviluppo del bambino. 

Vediamo ora le principali tappe del linguaggio:

  1. Tra 0 e 3 mesi compare l’aggancio visivo: il bambino comunica i suoi bisogni con il pianto e risponde alle attenzioni delle sue figure di riferimento con il sorriso. Si gira se chiamato per nome.
  2. Tra i 6 e gli 8 mesi inizia la lallazione, ovvero la ripetizione di sillabe con la stessa consonante (ma-ma; ba-ba). Potrebbe comparire in questi mesi (ma fino anche ai 18 mesi) il pointing, ovvero il gesto dell’indicare: il bambino indica qualcosa per comunicare che vuole quell’oggetto.
  3. Tra gli 8 e i 10 mesi inizia la lallazione variata, cioè la ripetizione di sillabe anche con consonanti diverse.
  4. Tra i 12 e i 18 mesi compaiono le prime paroline. L’indicazione è che in questa fase, il bambino pronunci 10 parole. In questa fase compare anche il gioco imitativo e successivamente quello simbolico.

  5. Tra i 18 e i 24 mesi c’è l’esplosione del vocabolario e potrebbe comparire anche il linguaggio telegrafico ovvero la prima forma di frase. In questo tempo dovrebbe pronunciare circa 50 parole
  6. A 24-30 mesi il vocabolario si amplia con l’aggiunta di avverbi e aggettivi. La frase inizia a prendere davvero forma con soggetti e verbi! Qui, il bambino pronuncia circa 150 parole.
  7. Intorno ai 30-36 compare la funzione grammaticale: il bambino inizia ad inserire articoli, preposizioni e pronomi). Il suo vocabolario ora è di circa 200 parole.

Come stimolare il linguaggio del bambino?

Spesso i genitori ma anche i professionisti del settore, pur sapendo l’importanza dei prerequisiti del linguaggio, hanno difficoltà nel creare degli stimoli giusti.

Nei primi mesi è importante che il bambino sia esposto al volto delle sue figure di riferimento e che giochi con libricini morbidi ad alto contrasto. Il volto dell’adulto è importante per la futura imitazione delle facce. Apprendere come imitare le espressioni del volto è fondamentale per allenare la muscolatura orofacciale, utile alla futura produzione delle parole.

In tutte le tappe dello sviluppo del linguaggio è bene che parliate con il vostro bambino, utilizzando il cosiddetto baby talk perché mantiene alta l’attenzione del bambino e lo aiuterà a memorizzare.

Successivamente potete proporre giochi di tipo sensoriale (tessere morbide, libricini sonori) così da stimolare il bambino ad utilizzare la mano e le dita. Questo lo aiuterà nel gesto del pointing.

Infine ma non per ordine di importanza: leggete tanti libri ad alta voce!

Giocattoli parlanti, tv e dispositivi digitali

Spesso si pensa che acquistare un giocattolo parlante o mettere il bambino davanti alla tv a guardare un cartone possa favorire il linguaggio. Niente di più sbagliato!

Lo so, nella confezione del giocattolo che hai comprato, c’è scritto che è parlante e che stimola il bambino a parlare, oppure il cartone che gli fai vedere viene pubblicizzato come un aiuto concreto per impare i nomi dei colori.

Niente di più falso: è marketing e spesso il marketing ha ben poco a che fare con il neurosviluppo.

Un giocattolo che parla al massimo stimolerà la ripetizione ma sappiamo bene che la ripetizione non è un prerequisito del linguaggio.  

Se un bambino di 18 mesi è in grado di ripetere la parola “sedia” ma non ne conosce il significato perché alla nostra domanda “dov’è la sedia” lui non sa rispondere (non la guarda, non la indica) significa che non ha acquisito il concetto di sedia. Quindi, che un bambino sappia ripetere la parola “sedia”, ma poi non attiva le connessioni a livello neuronale, non gli serve assolutamente a nulla. Questo non è apprendimento!

Come stimolare il bambino allora?

Mettendolo nelle condizioni di apprendere e non di ripetere!

Un bambino apprende con l’esperienza. Per esempio imparerà i nomi dei colori, grazie alla digitopittura. Imparerà i nomi degli oggetti che vede nella quotidianità, perché li sentirà nominare dai suoi genitori e li potrà toccare con mano. 

Quindi cari genitori, spegnete la tv, gli smartphone, i tablet e date ai bambini solamente giocattoli in legno e di stoffa ma sappiate che la migliore stimolazione per i vostri bambini siete voi!