La gravidanza è un momento molto speciale nella vita di una donna che influenza il benessere sia fisico che psicologico. Per questo il movimento riveste un ruolo importantissimo durante la dolce attesa: tramite il movimento la donna migliora il suo stato di salute generale, sia a livello fisico che a livello psicologico.
I benefici della psicomotricità in gravidanza
È scientificamente provato che la ginnastica in gravidanza ha benefici sia sulla mamma che sul bambino.
I benefici della ginnastica in gravidanza sul bimbo che cresce nella pancia sono stati presentati al Congresso annuale di Neuroscienze di San Diego del 2013 e riguardano sia il livello di sviluppo motorio che il livello cognitivo.
Nello specifico, un bimbo cresciuto nella pancia di una mamma attiva e non sedentaria, avrà:
- una migliore maturazione nervosa;
- una migliore tolleranza nel parto;
- un punteggio APGAR (una serie di valutazioni che vengono fatte al neonato a pochi minuti dalla nascita) più alto.
I benefici sono anche per la donna:
- la durata del travaglio potrebbe essere più breve;
- la ripresa nel post parto (a prescindere dal tipo di parto) sarà migliore;
- ha una migliore ossigenazione e circolazione
- ha un valido aiuto nel controllo del peso
- ha un maggiore controllo delle emozioni
- mantiene il contatto con il corpo che cambia
I benefici, però, non sono esclusivamente individuali, cioè solo della mamma o solo del bambino. La ginnastica in gravidanza permette alla diade – o alla triade nel caso in cui anche il papà partecipi all’incontro – di creare un legame di attaccamento sano perché, non è vero che che il legame di attaccamento con il piccolo si crea nel momento della nascita!
Quindi possiamo affermare che l’attività fisica durante la gravidanza ha effetti positivi sia a livello fisico che a livello emotivo: infatti se alla ginnastica in gravidanza si unisce la psicomotricità ecco che gli incontri diventano davvero un momento di benessere totale per la donna.
Ginnastica psicomotoria in gravidanza
La ginnastica psicomotoria in gravidanza si basa su:
- respirazione: l’importanza del respiro consapevole e della respirazione diaframmatica
- propriocezione: conoscere e avere consapevolezza del proprio corpo;
- mobilizzazione del bacino su fitball;
- rinforzo posturale: le continue modificazioni posturali causate dall’aumento del pancione creano dolori a carico della colonna e aumento della diastasi addominale;
- rinforzo pelvico deve essere preparato con esercizi di consapevolezza e rinforzo affinché non ci siano conseguenze nel postparto;
- scarico e linfodrenaggio: il momento conclusivo dell’incontro è dedicato allo scarico e al linfodrenaggio con esercizi mirati proprio a questi due aspetti
- attività finale: impegnare le mani per svuotare la mente
La ginnastica in gravidanza segue i trimestri infatti nel primo trimestre di gravidanza vanno evitati tutti gli esercizi dinamici per gli addominali e per il pavimento pelvico. Nel secondo trimestre è sconsigliato passare più di 5 minuti sdraiate a pancia in su senza sostegno sotto la testa perché, per evitare che l’afflusso di sangue tra mamma e bambino diminuisca, la testa deve essere sempre al di sopra della pancia. In questo trimestre è importante lavorare sul rinforzo muscolare di braccia, gambe e spalle, sul pavimento pelvico, sulla mobilizzazione e la stabilità posturale, sul linfodrenaggio e sulla respirazione. Nell’ultimo trimestre è importante concentrarsi sulle braccia, evitando squat profondi per esempio. sul pavimento pelvico, sulla stabilità e mobilità del bacino.
Ginnastica in gravidanza: quali esercizi evitare
Se ogni trimestre ha i suoi esercizi, è bene conoscere anche quali esercizi è bene evitare sempre durante la gravidanza a prescindere dal trimestre in cui la mamma e il suo bambino si trovano. Addominali, squat profondi, allungamenti estremi e tutti gli esercizi o le posizioni yoga in cui la donna deve stare sdraiata per più di cinque minuti senza avere un sostegno sotto la testa, oppure in tutte quelle situazioni in cui la pancia della donna è più alta rispetto alla posizione della testa, è bene evitare di fare questi esercizi o comunque è bene che l’insegnante sappia trovare un’alternativa. Il “fai da te” nella ginnastica in gravidanza non è sicuro: affidati solo a personale qualificato in ginnastica in gravidanza.
Psicomotricità: non solo per bambini
Il termine psicomotricità non è solo movimento: è composto da due parole, “psico” e “motricità”. Ciò significa che lavora contemporaneamente su due aspetti: quello dell’abilità motoria e quello dell’espressività corporea. Infatti, l’azione non è soltanto un movimento meccanico, ma contiene anche importanti aspetti psicologici, emozionali, relazionali e cognitivi.
In quest’ottica, la psicomotricità è una disciplina che favorisce lo sviluppo del piccolo stimolando tutti e cinque i sensi, quindi diventa uno strumento di supporto alla sua crescita.
La psicomotricità è un ambito che abbraccia la persona lungo tutto l’arco della vita: praticare ginnastica psicomotoria fin dal pancione porterà le persone adulte e poi anziane a una migliore qualità della vita.
Ginnastica VS ginnastica psicomotoria in gravidanza: come e quando
La ginnastica è un’attività fisica; la ginnastica psicomotoria aggiunge elementi psicologici all’attività fisica, cioè considera la persona nella sua globalità e non solo dal punto di vista fisico. La proposta psicomotoria è un sostegno sia al corpo che alla sfera emotiva: per esempio, le tecniche di rilassamento diventano un’ottima base per l’attaccamento madre-bambino e madre-padre-bambino.
Salvo diversa indicazione del medico, la ginnastica psicomotoria in gravidanza può essere svolta fin dal primo trimestre, meglio se con personale esperto (psicomotricista, istruttore di ginnastica psicomotoria) che vi indichi le migliori attrezzature e gli esercizi più corretti da svolgere. Non solo: può essere svolta anche con il proprio compagno, anzi io consiglio sempre di coinvolgere i papà!
Gli attrezzi che non possono mancare durante gli incontri di ginnastica psicomotoria in gravidanza sono:
- tappetino;
- fitball;
- manubri sof;
- fasce elastiche soft;
- fasce di supporto al pancione;
- fogli, pennelli, colori.
Acqua-motricità o psicomotricità in gravidanza?
L’acqua-motricità altro non è che la psicomotricità praticata in acqua. Consiglio sempre un corso di acquaticità prenatale alle donne in gravidanza per continuare poi con il percorso di acquaticità neonatale a partire dai 3 mesi del bambino.
Ginnastica Psicomotoria Post Parto
La ginnastica psicomotoria post parto non ha il solo e unico scopo di far tornare in forma il corpo della donna, e non ha molto a che fare con la bilancia e il peso. Piuttosto, lo scopo è quello di agire sulla persona nella sua globalità e di favorire il suo generale benessere.
Dopo il parto è consigliato fare sport in generale, e quindi anche la psicomotricità dopo circa 6-7 settimane, se il parto è stato fisiologico e se il vostro medico è d’accordo. Ovviamente, sono tempistiche indicative, e non tassative né individualizzate, pertanto ascoltate il vostro corpo: se a 9 settimane dal parto o dal taglio cesareo non ve la sentite di camminare, non c’è da preoccuparsi! Confrontatevi sempre con il vostro medico o con un istruttore di ginnastica in gravidanza.
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