Neonati in acqua: 10 informazioni utili sull’acquamotricità

Il bambino fa esperienza dell’acqua già in epoca prenatale perché, nella pancia della mamma è immerso nel liquido amniotico è importante quindi che questa speciale relazione continui anche fuori dall'utero sia con i bagnetti a casa che con un corso di acquamotricità neonatale
Indice
6 minuti di lettura

Nei primi tre anni di vita il cervello del bambino è quasi l’80% di quello di un adulto: questo significa che è proprio in questo arco di tempo che si consolidano tutti i prerequisiti degli apprendimenti. Più il piccolo fa esperienza di ciò che lo circonda e quindi anche dell’acqua e più il suo cervello memorizzerà informazioni importanti.
Il bambino fa esperienza dell’acqua già in epoca prenatale perché, nella pancia della mamma è immerso nel liquido amniotico quindi è importante che questa speciale relazione continui anche fuori dall’utero.

A che età il neonato può andare in piscina?

Il primo vero sport che il neonato può praticare fuori da casa (escludendo il tummy time che invece si pratica a casa a partire dal giorno 0!) è senza alcun dubbio, l’acquamotricità neonatale. Spesso conosciuta e confusa con il corso di baby nuoto, l’acquamotricità è prima di tutto relazione tra genitore e bambino dove l’acqua è un elemento che facilita questo speciale incontro.

A partire dai 3 mesi è possibile iscrivere un neonato al corso di acquamotricità neonatale ma è importante che fin dal primo bagnetto i genitori instaurino un rapporto tra loro, il bambino e l’acqua.  . 

Baby nuoto o acquaticità 

La differenza principale è che spesso il baby nuoto è tenuto da insegnanti di nuoto che non hanno una formazione specifica nell’ambito neonatale. Quindi spesso si corre il rischio che il baby nuoto diventi esclusivamente un momento in cui il bambino, insieme al genitore, compie una serie di esercizi per imparare a nuotare: si dà quindi molta importanza alla tecnica e si tralascia la parte sensoriale e relazionale. Nei corsi di baby nuoto troppo spesso i neonati vengono immersi nell’acqua quando ancora non sono pronti o non sono pronti i genitori.

L’immersione deve essere un momento importante e che avviene in maniera graduale: quando cioè genitore e bambino sono pronti a scoprire cosa c’è sotto l’acqua e soprattutto quando hanno esplorato l’ambiente e si sentono sicuri in esso.

Lo scopo di un corso di acquamotricità neonatale invece è rafforzare la relazione tra genitore e bambino, in un ambiente ludico. Solo se il bambino percepirà il divertimento, sarà invogliato ad esplorare l’ambiente acqua e a fare le tanto famose immersioni. 

L’importanza del bagnetto a casa

Come già detto è importante che il bambino abbia compiuto tre mesi e il rapporto con l’acqua continui anche fuori dalla pancia con i bagnetti.
Spesso i bagnetti vengono visti esclusivamente come momenti di cura e igiene del neonato invece sono dei veri e propri momenti di relazione: consiglio sempre a chi ha la vasca in casa di fare bagnetti emozionali con il proprio piccolo!

Questo permetterà al bambino di essere già più sicuro quando entrerà in piscina.

Acquamotricità: cosa sapere

Quando si sceglie la piscina è bene chiedere le seguenti info:

  • titolo dell’istruttore perché come detto l’insegnante deve essere specializzato in acquamotricità neonatale.
  • tipologia della vasca: dove viene praticata l’attività? Nella vasca grande? in una vasca più piccola? in Acqua alta? bassa?
  • la temperatura dell’acqua dove vengono immersi i bambini

La tipologia della vasca può fare la differenza: se l’acquamotricità viene praticata nella vasca grande, dovete avare la certezza che la temperatura dell’acqua sia superiore ai 30 gradi e solitamente, per la struttura, è molto dispendioso scaldarla. Per questo spesso le strutture hanno una vasca con dimensioni ridotte dedicata ai più piccoli.

Tummy time in acqua

Un corso di acquamotricità neonatale è davvero molto importante in termini di sviluppo psicomotorio per il bambino. Perché in acqua il bambino rafforza tutta la sua muscolatura e allena il riflesso di immersione. 

Ma sapevi che in acqua è possibile fare tummy time? Ebbene si, i bambini sostenuti dal genitore, a pancia in giù sull’acqua, sperimentano una tipologia di tummy time diversa e divertente.

Tutto è molto graduale: si può iniziare tenendo il bambino sotto le ascelle e guardandolo negli occhi, da questa posizione lo si può avvicinare al nostro corpo e lui piano piano  si arrampicherà al corpo del genitore, oppure il genitore si può posizionare di lato permettendo al bambino di trovare la posizione orizzontale e infine si può proporre il tummy time acquatico sui tappetini da piscina.

Immersioni

Le immersione spesso preoccupano i genitori e altrettanto spesso vengono proposte troppo in fretta nei corsi.
Fare un’immersione con il bambino è davvero fondamentale perché gli permette di continuare a stimolare il diving reflex e di non bere quando è sott’acqua. Diffidate da quegli istruttori che alla prima lezione fanno sperimentare l’immersione al bambino. Come detto, tutto deve essere graduale e rispettare i tempi del bambino!

Mare o piscina?

Quando il bambino è molto piccolo consiglio di portarlo in piscina in quanto la temperatura dell’acqua è regolata in base alle esigenze dei bambini rispetto alle acque libere (mare e lago). Questo perché come già detto, è importantissimo l’aspetto sensoriale prima che quello motorio. Spesso vediamo bambini molto piccoli che in acqua hanno proprio il piacere di essere contenuti nelle braccia del genitori anche per un aspetto di temperatura corporea. 

Spesso i genitori sono un po’ restii al bagnetto nel mare: io vi consiglio di scegliere, se possibile, mari che hanno la bandiera blu, a garanzia di un’acqua più pulita. 

Il primo ingresso in piscina deve essere molto lento e graduale: si inizierà bagnando i piedini, le manine e poi pian piano di immergerà il corpo il bimbo. I primi approcci sono di coccole e giochini proprio con l’acqua: toccare l’acqua con le manine, assaggiarla con la bocca, lasciarsi cullare, fare qualche schizzetto. Solo successivamente si possono introdurre giocattoli come per esempio palline sensoriali, palline colorate, ciotoline per i travasi, innaffiatoi. 

Pannolino acquatico o costume?

I pannolini acquatici sono dei pannolini usa e getta da usare esclusivamente nel momento in cui il bambino è in acqua e devono essere tolti subito dopo in quanto trattengono solo la cacca e non la pipì proprio perché altrimenti in acqua si gonfierebbero. Il costumino contenitivo invece trattiene sia la pipì che la cacca e può essere tranquillamente lavato e riusato. In ogni caso consiglio, ogni volta che il bambino esce dall’acqua di cambiare il pannolino con uno asciutto e di lavare bene il bambino per eliminare cloro/sale.

Consiglio l’uso di pannolini lavabili anche come scelta ottimale per il pianeta!

Braccioli e altri supporti di galleggiamento:

In un corso di acquamotricità in base alle competenze raggiunte dal bambino, l’insegnante gradualmente può inserire supporti per il galleggiamento: il bambino quindi inizierà a staccarsi dal genitore e a voler esplorare sempre più in autonomia il mondo acquatico. 

Sconsiglio di utilizzare i braccioli come primo supporto di galleggiamento: un bambino a partire dai 6/9 mesi (ma come sapete l’indicazione anagrafica è molto orientativa) può utilizzare un tondoludo (tubi in schiuma) chiuso avanti con un connettore: il bambino assumerà una posizione quasi seduta in appoggio sulle braccia, e muovendo braccia e gambe si sposterà nella piscina.

Tra i 7/12 mesi si possono utilizzare due tondoludi attaccati avanti con un connettore: il bambino inizierà ad assumere la posizione orizzontale utile poi per quando nuoterà senza supporti. 

Preferisco sempre il tondoludo ai braccioli o alle ciambelle perchè permettono al bambino di sperimentare il movimento in acqua e lo rendono attivo: spesso il bambino con i braccioli non riesce a muoversi e resta fermo, con la ciambella vale lo stesso discorso mentre con il tondoludo il bambino è incentivato a muoversi nell’ambiente. Ovviamente stare nei tondoludi per il bambino è divertente ma anche stancante quindi, quando vedete che vuole uscire, non insistete perché con questo tipo di supporto lui è in costante movimento per potersi muovere a differenza dei braccioli o delle ciambelle che lo sostengono senza alcuno sforzo!

Se però preferite usare i braccioli io vi consiglio di non gonfiarli troppo in modo che il bambino ha margine di movimento.

Sicurezza in acqua

Qualunque sia il supporto che scegliate per i vostri figli o che sceglie l’insegnante, ricordatevi che i supporti di galleggiamento non sono salvagenti pertanto la supervisione dell’adulto è fondamentale. E per supervisione non intendo che lo osservate da lontano: in acqua un bambino non deve mai essere lasciato solo. Dovete stare sempre vicino a lui e supervisionarlo perché, in caso di pericolo, il tempo per intervenire è davvero poco. 

Quindi, cari genitori, è proprio il caso di dirlo: a nuotare, s’impara!